Una delle principali contraddizioni dell’attuale sistema di formazione continua in sanità si colloca nella sua perversa logica di “finzione” che ne sta alla base.
Una logica che prevede “formalmente” che tale formazione debba essere “obbligatoria” (contraddittorio già di per se con un modello formativo pensato per soggetti adulti) ma che rincara la dose di paradossalità introducendo, nel sistema comunicativo istituzionale e non, il fantasma di una possibile “punizione” nei confronti di chi non dovesse ottemperare a questo obbligo e che di fatto non è stata mai definita quale potrebbe essere (sono passati 15 anni dall’introduzione del sistema ECM…).
In questo scenario fantasmatico si introducono poi elementi di realtà come il fatto che i soggetti che dovrebbero punire gli inadempienti sono gli ordini professionali; i quali hanno a disposizione strumenti punitivi molto secchi che vanno dall’ammonimento alla radiazione e questa è la rincipale ragione per cui al momento nessun professionista mi risulta sia stato né ammonito, né sospeso e tantomeno radiato da qualche ordine professionale per motivi legati al mancato adempimento del l’obbligo ECM.
Sono molti gli argomenti che potrebbero portare a pensare alla necessità di una sostanziale revisione di questo modello di accreditamento professionale e che al momento sembra rappresentare solo una forma di “infantilizzazione” della formazione continua in sanità.